lunedì 15 luglio 2013

Socrate e il Concorso per le Scuole di Specialità di Medicina

Il concorso di specialità è stata la mia vita per gli ultimi mesi, quindi non vedo di cos'altro vi potrei parlare.
So che è strano, ma non è mia intenzione lamentarmene, non subito almeno. Voglio prima provare a mettervi nella prospettiva di chi lo ha concepito e per farlo ho preso spunto da uno scrittore underground innovativo: un certo Platone.
Questo sarà quindi un dialogo tra Socrate e un lontano parente di quello che lo accompagnerà alla morte nel carcere di Atene, Cristone (il perchè di questo nomen-omen vi sarà forse chiaro alla fine del dialogo). Non resta che augurarvi buona lettura.

I.

S: O Cristone dove vai così di fretta?
C: Socrate, cercavo proprio te, mi è stato affidato un compito che non sono in grado di svolgere, ho bisogno del consiglio di un sapiente
S: giammai mi definirei sapiente, o Cristone, ma forse assieme, interrogandoci potremmo risolvere il tuo problema, di cosa si tratta?
C: mi hanno affidato il compito di selezionare le nuove modalità di concorso per le scuole di specializzazione di medicina
S: è un compito molto delicato, come pensi di venirne a capo?
C: è proprio per questo che ho necessità del tuo aiuto, Socrate.
S: bene, vediamo dunque, non vogliamo forse che i medici del futuro siano persone sagge?
C: certo che lo vogliamo, Socrate
S: e come possiamo valutare che lo siano?
C: devono avere avuto dei buoni risultati all'università, questo dimostrerà la loro intelligenza e il loro impegno
S: pensi, Cristone, che questo, il profitto universitario intendo, sia sufficiente al punto da essere l'unico criterio per selezionare un aspirante specializzando?
C: no, o Socrate, sicuramente ci sono degli altri fattori altrettanto rilevanti
S: e quali sono?
C: ad esempio il giovane medico dovrebbe dimostrare di essere interessato alla materia e di aver frequentato con assiduità il reparto dei suoi maestri, Socrate!
S: senza dubbio, che altro?
C: magari potrebbe aver pubblicato qualcosa per rendere maggior onore al suo dipartimento
S: ottimo, e non trovi forse che dovrebbe essere anche a conoscenza delle arti della medicina in generale, o Cristone?
C: sì, certamente è come dici, Socrate
S: e non dovrebbe forse sapere anche qualcosa di più specifico riguardo alla specialità che si accinge ad intraprendere? Non dovrebbe forse dimostrare di aver speso proficuamente il proprio tempo in reparto accrescendo le proprie conoscenze?
C: non posso dire che tu abbia torto
S: bene, e pensi forse che questi siano criteri sufficienti per selezionare un aspirante specializzando?
C: mi sembra che bastino, sì
S: non dimentichi forse la parte pratica?
C: Hai ragione, la si potrebbe valutare con un colloquio orale
S: Non pensi forse, Cristone, che un orale con una commissione costituita dagli stessi professori che hanno cresciuto il proprio allievo in reparto si presti a distorsioni e favoritismi?
C: certamente, Socrate, come pensi, però, che si possa risolvere questo problema?
S: certamente non è facile, ma non trovi che uno scritto a risposta aperta in busta chiusa renderebbe giustizia delle conoscenze del candidato senza che la sua persona influenzi i componenti della commissione?
C: non so come ho fatto a non pensarci prima, Socrate, hai proprio ragione!


II.

S: abbiamo quindi concluso, o Cristone, che per selezionare un giovane medico sono necessarie almeno quattro virtù: la sua bravura in ambito accademico, la sua dedizione nella frequenza, le conoscenze di medicina generale e quelle specialistiche. Pensi che questi parametri debbano pesare tutti quanti allo stesso modo?
C: certamente no, o Socrate, alcuni di questi sono più importanti di altri
S: e che peso attribuiresti ai primi due, la carriera e la frequenza?
C: non più di un quarto, Socrate, altrimenti coloro che hanno parenti in università potrebbero passare davanti ai cittadini realmente meritevoli!
S: e come divideremo i restanti tre quarti?
C: penso che sarebbe corretto che metà di questa parte sia utilizzata per valutare le conoscenze generali e l'altra metà nozioni specialistiche.
S: Quindi se avessi 100 sassolini di uguale misura con cui votare per ciascuna virtù dei candidati ne useresti 25 per la carriera, 40 per le conoscenze di medicina e 35 per le competenze specifiche, è così?
C: è così, Socrate
S: non ti sembra che 35 sassi su 100 sia un peso eccessivo da attribuirsi a competenze di una specialità che il giovane si accinge appena ad intraprendere?
C: no, Socrate, perchè se lo studente è diligente e frequenta, ad esempio, il reparto di dermatologia dal quarto anno, una volta laureato difficilmente sarà esperto nella nobile arte dei farmaci e veleni e molto meglio saprà distinguere le chiazze della pelle! Se attribuissimo un valore minore alle competenze specifiche e uno maggiore alla medicina nel complesso questo giusto cittadino non avrebbe alcuna possibilità.
S: vedo che sai come ragionare, o Cristone, facciamo come dici.



III.

S: vedo che abbiamo già quasi svolto il compito che ti era stato assegnato, o Cristone, abbiamo stabilito quali siano le virtù che un giovane specializzando deve avere e abbiamo fissato il peso di ciascuna di esse, ci resta da stabilire i parametri con i quali valutare queste virtù. Iniziamo dalla carriera universitaria, come la peseresti?
C: io penso, o Socrate, che il modo migliore per valutare il profitto di uno studente sia il voto di laurea
S: pensi quindi che gli studenti che arrivano alla fine dei propri studi con centodiecielode siano tutti uguali o c'è forse qualcosa che li distingue e alcuni sono più bravi e altri meno?
C: sicuramente c'è qualcosa che li distingue
S: e come potremmo fare a distinguerli?
C: potremmo utilizzare i voti degli esami al posto del voto di laurea
S: non pensi forse che in questo modo toglieremmo valore alla tesi di laurea e più nessuno vorrebbe dedicarcisi dal momento che così poco viene presa in considerazione?
C: è senza dubbio come dici, Socrate, cosa proponi dunque?
S: non sarebbe forse più corretto valutare sia il voto di laurea, e quindi la tesi, sia i voti degli esami?
C: certamente è più giusto.
S: e come misuriamo il resto della carriera?
C: potremmo considerare quanto lo studente ha frequentato il reparto
S: non hai forse detto poc'anzi che è molto comune l'usanza di raccomandare i propri figli e nipoti? Non pensi forse che la certificazione della presenza potrebbe essere diversa in ragione di questi favoritismi?
C: è un problema a cui non avevo pensato, Socrate, ma è come dici.
S: non sarebbe forse più corretto considerare a che specialità afferisce la tesi? Per prepararla lo studente deve aver frequentato con assiduità il reparto!
C: un metodo semplice eppure efficace, non mi meraviglio che tutti ti definiscano saggio, o Socrate.
S: Pensi dunque che questo possa essere l'unico parametro per misurare l'interesse del candidato?
C: no, Socrate, sicuramente ne esistono degli altri
S: e quali?
C: si potrebbero considerare attività svolte in università o convegni inerenti alla specialità o articoli pubblicati dallo studente
S: Mi sembra corretto. Che peso attribuiresti a questi parametri, o Cristone?
C: penso che la tesi dovrebbe valere non più della metà della metà dei punti della carriera, quindi 7 su 100, le altre attività massimo 3 su 100 e gli articoli lo stesso, 3 su 100.
S: Benissimo, ora possiamo chiederci come determinare le competenze sulla scienza medica. Come pensi di verificarle?
C: si potrebbe richiedere ai candidati di rispondere ad alcune domande su un caso clinico loro presentato, o su più casi clinici che spazino in vari ambiti del sapere medico
S: quello che dici è corretto, o Cristone, ma ti ricordo che attribuire una valutazione a questo tipo di prove è molto complesso e si presta a facili rimaneggiamenti qualora coloro che ne sono incaricati non siano onesti!
C: hai senza dubbio ragione, o Socrate, tu cosa proponi dunque?
S: non trovi che rispondere a brevi domande come quelle che io ti pongo sia più facile?
C: è come dici, Socrate
S: e non trovi che sia più facile per chi ci ascolta stabilire se la risposta è giusta o sbagliata?
C: non posso darti torto
S: so di una terra d'oltremare dove questo metodo di indagine è piuttosto diffuso, mi pare lo chiamino "quiz", si tratta di domande brevi con risposte predefinite e il candidato deve solo scegliere quella più corretta tra le cinque possibilità
C: un sistema rivoluzionario, Socrate.
S: si tratta di domande facili da formulare, brevi da risolvere e soprattutto da correggere, sono trasparenti e incontrovertibili, se la risposta corretta è A non c'è modo che un tiranno riesca a dimostrare che è B
C: questo è senza dubbio vero in Grecia, o Socrate, ma devo avvisarti che in Italia sono molto litigiosi e immagino che un sistema simile genererebbe migliaia di ricorsi, con avvocati pronti a qualsiasi cavillo per dimostrare che è corretta anche la risposta B con conseguenti alterazioni della graduatoria.
S: è un problema che si potrebbe risolvere facilmente, o Cristone
C: non riesco a vedere come, Socrate
S: sarà sufficiente fornire con stretto anticipo l'elenco completo delle domande con la risposta corretta, in questo modo nessuno potrà lamentarsi di non esserne a conoscenza
C: ma Socrate, in tal caso non basterà che il giovane impari le risposte senza che sia per lui necessario studiare?
S: non se le domande saranno in numero sufficiente da rendere questa prova impossibile per un intelletto umano
C: capisco, e quante dovrebbero essere? Mille?
S: no, almeno una miriade [10.000 N.d.T]
C: nessuno è in grado di scriverne tante diverse ogni anno, penso che il massimo siano cinque migliaia
S: e sia!


IV.

S: come vedi il tuo compito è quasi concluso, o Cristone, ci resta da stabilire quante di queste domande "quiz" far risolvere al candidato.
C: abbiamo detto la metà dei due terzi di conoscenze di medicina, sono circa 40 su 100.
S: e pensi quindi di attribuire 35 su 100 alla domanda in busta chiusa, non pensi forse che i tiranni di prima potrebbero agire facilmente su questa prova se le attribuiamo un peso così grande?
C: sei molto cauto, Socrate, e hai senza subbio ragione, potremmo aggiungere delle domande "quiz" anche per le specialità
S: mi sembra una buona idea, o Cristone, e quanto vogliamo che pesino?
C: 20 su 100, così assieme alle altre 40 di medicina fa 60.
S: Vedo che l'algebra non ti inganna, Cristone, ma questo significa che dovremo inventare altre domande per ciascuna delle specialità e saranno ben più di una miriade!
C: purtroppo non è possibile, Socrate, ci sono specialità per cui non esiste un tale numero di domande da porre
S: cosa proponi dunque?
C: penso che il numero giusto possa essere 350.
S: bene, vedo dunque che abbiamo definito cosa sia un medico giusto e preparato e quali siano le sue virtù che è necessario considerare per consentire solo ai migliori di entrare in specialità
C: in buona parte è merito tuo, Socrate
S: no Cristone, come vedi non ne sapevo nulla più di te, ho solo tirato fuori le idee che non sapevi di avere così come fa la levatrice con i bambini.

2 commenti:

  1. Socrate e Cristone non pensano che il medico migliore sia - semplicemente - il miglior medico?! Voti e crocette non fanno un medico ma uno studente, e sì loro selezionano gli studenti migliori. Gli studenti migliori sono anche i medici migliori? Su questo discuterei così tanto, se fossi in loro.

    Simone

    RispondiElimina
  2. Ci sarà un motivo se l'ho chiamato Cristone ;)
    c'è anche da chiedersi a che titolo un'università che non ti insegna a fare il medico dovrebbe scegliere come criterio una cosa che non ha insegnato!

    RispondiElimina